C'è un vero e proprio vuoto nell'offerta della moda oggi ed è rappresentato dalla "moda adattiva", la moda disegnata per persone con disabilità motorie o cognitive che cerca di coniugare elementi di praticità, indossabilità e comfort dei capi di abbigliamento con quelli legati allo stile e alla contemporaneità. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità una persona su sei al mondo convive con una qualche forma di disabilità, eppure - nonostante una percentuale così importante - l'industria della moda ancora non soddisfa adeguatamente le loro esigenze. Dalle persone con disabilità la moda viene considerato il terzo settore meno inclusivo, dietro solo a trasporti e urbanistica. In questo contesto Zalando, la piattaforma di ecommerce multi-brand, ha deciso di implementare l'offerta di moda adattiva, a partire dalle collezioni delle proprie private label, stimolando inoltre i colossi della moda a colmare il divario. Di questo impegno, che si arricchisce di una serie di riflessioni nate da una ricerca commissionata a YouGov, abbiamo parlato con Eloisa Siclari, General Manager di Zalando per Italia e Spagna.
A fare notizia è stata Amazon, che dall'inizio del 2025 ha fatto marcia indietro sullo smartworking, rendendo obbligatoria la presenza in ufficio 5 giorni su 7. Nell'ultimo anno però molte grandi aziende hanno imposto il ritorno in ufficio, persino Zoom, la piattaforma decollata proprio con lo smartworking durante la pandemia, ha chiesto di lavorare in presenza almeno due volte a settimana. "È la fine di un'epoca?", si chiedono in molti. Quello che è certo è che gli uffici sono alla ricerca di una nuova identità, più allineata con le esigenze anche generazionali, oltre che culturali e sociali dei lavoratori. Gli uffici dunque cambiano pelle e si trasformano anche dal punto di vista degli spazi e del design d'interni.