tilde

著者: Riccardo Palombo e Antonio Dini
  • サマリー

  • Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all'opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.
    Riccardo Palombo e Antonio Dini
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あらすじ・解説

Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all'opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.
Riccardo Palombo e Antonio Dini
エピソード
  • Intanto, benvenuti nel 2025
    2025/01/02

    Avanzavano un po’ di libri da raccontare, ragionamenti da chiudere, idee da spulciare. E poi, diciamoci la verità, è sempre bello farsi una chiacchierata durante le feste.

    Note della puntata: ⁠https://tilde.show/podcast-35

    Cominciamo da dove eravamo rimasti. Alla fine dell’anno, si sa, si fanno cose strane. Antonio, ad esempio, per un decennio negli anni Novanta ha fatto il giornalista radiofonico. Adesso, complice una visibile crisi di mezza età, ha messo insieme un piccolo laboratorio audio assai vintage: registratore MiniDisc, registratore di nastrocassette, digitalizzatore con il suo nuovo Zoom H1 Essential (anche perché l’entrata audio minijack sui Mac non c’è più, maledizione) e così adesso può fare tutti i riversaggi che vuole dal suo archivio analogo.

    E fra le altre cose, va detto: il MiniDisc! Ah, quello sì che era tanta roba. Peccato però che fuori dal Giappone non sia mai decollato veramente. Ma la qualità? Ovviamente Riccardo ha pronta la soluzione cloud con l’AI: Auphonic (i link sono in fondo), che trasforma qualsiasi vecchia registrazione audio in una bomba qualità podcast.

    Inevitabilmente si finisce così a parlare di suono genuino, vintage, artigianale, finto artigianale e di solitudine. Tipo l’estetica di Lofi Girl, per dire: Antonio ne ha scritto un po’ (vedi il link in fondo). Oppure gli album famosi (tipo Nevermind dei Nirvana, per intendersi) rifatti con le vecchie console 8 bit. Si chiama “chiptune”. Ma s’è parlato anche del bisogno di salvare la musica che i servizi di streaming non mettono online. C’è un mondo di cose che sta sparendo. Antonio un po’ delle sue le mette online (vedi sotto) grazie ad Archive punto org, ma il problema sono le migliaia di concerti ed edizioni alternative dei dischi che stanno semplicemente svanendo nel nulla.

    Riccardo invece ha un problema con i suoi siti: non c’è n’è più uno che lo rappresenti. Anche perché vorrebbe pubblicare cose personali ma poi famiglia, amici e conoscenti lo chiamano tutti preoccupati per capire cos’è successo, come va. Non si può proprio più dire niente online! Meglio essere anonimi allora, come il “famoso” (nella bolla dei blog italiani del 2002) blogger “Personalità Confusa”. Riccardo invece segue la newsletter in inglese People and Blogs di Manuel Moreale che tira fuori storie di gente che ha piccoli siti “genuini”. In realtà la foresta degli alberi del sapere web sta neanche troppo lentamente scomparendo: tante pagine storiche vengono spostate in dev/null quando i provider o le aziende staccano la spina ai servizi connessi. E c’è anche chi lo fa per migliorare la SEO (che disgrazia!).

    Dopo un rapido aggiornamento delle rispettive dotazioni tecnologiche (Antonio con il MacBook Air M3, Riccardo con il Mac mini M4, la nuova tastiera Pi 500 di Raspberry per i figli di Antonio), parliamo di libri, finalmente. E che libri.


    Continua a leggere su ⁠⁠https://tilde.show/podcast-35⁠

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    56 分
  • Non chiedere le pesche all’olmo
    2024/11/01

    Dovevamo mettere a frutto i soldi che abbiamo speso per rinnovare il dominio del sito e allora sai cosa? Eccoci qua, con una nuova puntata di Tilde. Siamo carichi di roba da fare ma riparlarci è sempre un piacere.

    Note della puntata: https://tilde.show/podcast-34

    Antonio s'è perso un'altra volta a giro per il mondo: questa volta a Tokyo un paio di settimane tanto per cambiare aria e lavorare in trasferta, computerino a spalla e via per bar e coworking giapponesi. La sua è una vacanza lavorativa da nevrotico, tanto che s'è ridotto a comprare il macina pepe di Ikea uguale a quello che c'è qua in Italia "perché non ho la macchina e a Milano l'Ikea mi viene scomoda". Vabbè.

    Invece Riccardo ha deciso di diversificare la vita: Roma è tossica e allora passa più tempo che può nella casetta vicino al mare e ai genitori. Due ore di treno e ogni dieci giorni torna a casa a Roma (se serve). Si sta così bene che andava fatto prima, dice lui.

    Comunque, questi due ragazzi li avevamo lasciati che sembravano in crisi e adesso invece non è cambiato niente e sembrano sempre in crisi: andarsene alle isole Faroe, per dire, sarebbe un'opzione. Poi non lo fanno, ma non è detto: con loro non si sa mai.

    Invece, dal punto di vista più squisitamente consumistico, Antonio si è comprato la nuova versione del suo registratore portatile: lo Zoom H1 Essentials che registra a 32 bit e quindi teoricamente non richiede la regolazione del volume di registrazione. Funzionerà meglio? Se ascoltate il podcast lo potete capire anche da voi.

    Riccardo intanto si è costruito una interessante postazione da lavoro, anzi più di una. Microfoni a condensatori alimentati a pila, scheda audio e computer in prova (uno qualsiasi, non è quella la cosa importante). È quella che usa di solito per registrare musica con la sua fedele replica della Telecaster.

    E poi sempre Riccardo si è comprato anche il MacBook nuovo/vecchio (cioè ricondizionato, con un po' di tribolazioni) e ci fa parecchie cose. Oltre a quello, non poteva mancare un momento e-Ink: dagli schermi paper-like per computer al nuovo reMarkable Pro a colori, passando per qualche Android e il Kindle Scribe di Riccardo, i nostri due flaneur digitali sono sempre alla ricerca di un sistema leggere di più. Anche se, diciamocelo, gli ebook costano veramente un botto.

    E a proposito di cose da leggere: Riccardo è sempre perso nel mondo del Signore degli Anelli nella nuova traduzione con lo Hobbit tradotto da Wu Ming 4. Antonio legge Fosco Maraini mentre Riccardo, tra poesie e altre cose, si vende i libri che non gli interessano più. Mica male, no?

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    1 時間 6 分
  • Dutch oven, cosa ci resta del New England, le due Emily
    2023/12/12
    Antonio ha finito le sue trabahanze (che poi si dovrebbe scrivere più correttamente “trabajanza” ma vabbè), metà lavoro metà vacanza. Con un ultimo viaggio a Philadelphia, New York e Boston si chiude un ciclo durato tutto il 2023 che lo ha visto fare flanella anche a Washington DC, Buenos Aires, Tokyo e Seoul. Cos’è rimasto di tanti giri nel New England? Un sacco di abiti termici di Uniqlo. Una scoperta fatta anni fa anche da Riccardo per la corsa: quando l’inverno si fa duro, la termica sotto fa la differenza per i duri che vogliono giocare.

    → Link e citazioni: https://tilde.show/podcast-33

    Via, passiamo alle cose serie. Si parla di libri, ovviamente. A partire da una delle mille librerie dell’usato americane che non finiscono mai e sono meravigliose, strapiene, affastellate di libri e libricini in inglese, tra tascabili e microtascabili ma anche rilegati e tutto il resto, affogate da scaffali di legno, sezioni di vinili in cassetta della frutta, mucchi di calendari, cd e giochi di carta, mensolate piene di qualsiasi cosa, corridoi coperti di moquette e sopra tutto quell’odore di colla anti-tarme che solo nelle case di legno americane.

    Belli i libri usati e abusati. Però adesso tutto costa più caro, anche là. Perché negli Usa i prezzi sono aumentati, mica solo qui. E di brutto.

    Parliamo di libri, dicevamo. Antonio ha comprato un libro usato di fantascienza di Philip José Farmer, Traitor to the Living, e poi quando è tornato gli hanno mandato un libro che parla di roba nuova nuova: Commodore 64 VS ZX Spectrum di Jurij Gianluca Ricotti. Un libro romantico sulle passioni degli adolescenti di una volta, impaginato un po’ a rivista. Si legge random, con un dado, proprio come si può leggere a caso anche l’altro libro pescato da Antonio, cioè il clamoroso Rayuela. Clamoroso perché è un libro strepitoso, fondamentale, uscito negli anni Sessanta e che ridefinito l’idea stessa di romanzo creando “un disordine necessario”.

    Riccardo sta leggendo invece Joyland di Stephen King. Gran libro, non lo conosceva ed è un testo bello teso di paura e d’amore. Un classicone nelle mani del Maestro del Maine. E scritto veramente bene. In compenso, Riccardo ha abbandonato La montagna incantata di Thomas Mann. Invece, sta leggendo anche la biografia di Emily Dickinson intitolata Come un fucile carico e scritta da Lyndall Gordon, una famosa per scrivere biografie di gente importante. In questo caso la Gordon porta avanti la teoria che la Dickinson avesse l’epilessia e questo spiegherebbe molte cose, soprattutto molte sue poesie, che hanno una storia incredibile così come tutta la produzione della Dickinson.

    Stesso concetto (no, non l’epilessia) si applica a Emily Brontë, un’altra biografia che Riccardo ha chiesto a Babbo Natale. Anzi, ai suoi genitori (ci sono le prove, il vocale con la richiesta!) e che arriverà sotto l’albero. Almeno, lui ci conta.

    Durante il Black Friday Antonio si è comprato la dutch oven, la pentola di ghisa smaltata olandese, che va sui fornelli e in forno. E si sta facendo minestroni, arrosti, il pane e tante altre cose. Dev’essere la crisi di mezza età. Nel podcast c’è anche la ricetta per fare il pane (provata e viene bene). Sul serio.

    E poi Ian Fleming intanto è tornato in libreria. Questa volta hanno fatto uscire un’altra cosa, pubblicata dalla Nave di Teseo e non da Adelphi: Thrilling Cities, una serie di reportage pubblicati ai tempi sui giornali inglesi e che ancora oggi si leggono benissimo. Così come il libro di Gian Marco Biffi, che andava di moda l’anno scorso ed effettivamente merita: Ferrovie del Messico. Scritto bene, forse un po’ lungo, ha il suo vezzo, fare i virgolettati senza le virgolette: gustoso. Riccardo quando passerà dalla libreria lo aprirà e leggerà un paio di pagine a caso, per vedere com’è. L’estratto fatto a mano, insomma.
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    33 分
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