エピソード

  • Tutto comincia da qui
    2025/05/17

    “Ho le mie erbe”. Questa è la frase che sovente mi trovavo a ripete in un momento di forte sradicamento. Dove il verbo avere non desiderava richiamare una qualche presunzione di possesso, era più che altro un intuito di prossimità. Un istinto che mi collegava al mondo naturale e al suo comportamento. Dell’intuito di prossimità è, forse, più facile raccontare immagini che spiegarne il significato. Ed è così che si è creata l’anima che ha generato questo podcast, che altro non è che una sequenza tridimensionale di immagini suggerite dal contatto dell’intuito umano a quello naturale. Un connessione che si fa ponte verso una strada che conduce a osservare sé stessi attraverso il movimento della natura. Il comportamento pionieristico di una Betulla, come quello discreto e amaricante di un tarassaco, mi ha permesso di avvicinarmi a una saggezza altra, capace di creare quello che definirei “un sentiero fuori tracciato”. Una scelta che non è selvaggia e neanche antropocentrica. Ma che è in grado di riportare morbidamente l’essere umano nella selva.

    Quella interiore come quella esteriore.

    In questo luogo non luogo, si disegna Intuito Selvatico: memorie di malerbe. Il racconto di quel sottobosco emotivo che tutti abbiamo e che talvolta è cupo, ma che rimane pur sempre arricchente. Ed è qui che troviamo il sentiero fuori tracciato, tra le malerbe infestanti e libere che scopriamo, a volte, non essere altro che piante nutrienti.

    Per lo spirito e per il corpo.

    Due piccoli suggerimenti: stai per entrare in un mondo dove le malerbe hanno memoria e il selvatico parla sottovoce.

    Prova a non ascoltare le puntate nellìordine in cui le troverai. Fatti guidare dall'intuito, svuota la mente e segui la pancia. Chissà che al momento giusto, con questo gioco, tu non possa accarezzare un piccolo frammento di te.

    Se senti che qualcosa ti chiama da lontano, segui il podcast, attiva le notifiche e, se ti va, condividilo: è il modo più semplice per far crescere questa voce tra le fronde.

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    2 分
  • Valeriana: non la chiamano più inquisizione
    2025/05/17

    La puntata si apre con la storia tragica di Antonia, ragazza dall’animo gentile e libero, vissuta nella Bassa novarese tra Cinque e Seicento, durante il periodo della Controriforma. Abbandonata neonata davanti a un convento e poi adottata da una coppia di contadini, Antonia cresce tra sospetti e diffidenze, fino ad essere accusata di stregoneria e bruciata viva nel 1610 sotto gli occhi trionfanti dei suoi compaesani.

    Il caso, ispirato dalle carte processuali della vera Antonia e raccontato ne La Chimera di Sebastiano Vassalli, diventa in questa puntata un’occasione per esplorare il fenomeno della caccia alle streghe in chiave storica, sociale e antropologica. I conduttori Deborah Durando e Valerio Boscaro analizzeranno i meccanismi di potere esercitati dalla Chiesa, dal controllo dei corpi e delle menti, fino alla necessità di identificare un “nemico visibile” al fine di mantenere l’ordine sociale ed economico. Si evidenzierà come le donne accusate e processate erano spesso donne che indossavano un femminile diverso. Donne dal pensiero indipendente, colte, solitarie e quasi sempre con un sapere intimo legato alla natura.

    Nella guida di questo viaggio ci accompagnerà la magistra della puntata: la Valeriana. Una pianta medicinale, dal riconosciuto potere curativo e sedativo, considerata, per questo, al tempo stesso benefica e demoniaca. Capace, quindi, di incarnare la dualità con cui venivano giudicate le donne sapienti: rispettate, ma anche temute e quindi represse. Tra aneddoti personali e riferimenti storici, la pianta diventa metafora del tentativo, ancora presente, di osteggiare l’espressione del potere personale femminile. Se la caccia alle streghe è finita, il femminicidio può essere considerato, oggi, un lontano equivalente simbolico e sociale. Un urgente maggiore attenzione all’educazione, non solo scolastica ma anche emotiva e mentale, si pone come misura necessaria volta a decostruire i modelli patriarcali, le convinzioni e il disagio, ancora oggi fortemente incidenti sui casi di violenza.


    Fonti

    - VASSALLI S., La chimera. Collana Supercoralli, Torino, Einaudi. 1990

    - LOMAZZI G., Curarsi con le piante. Rusconi libri, Milano. 2000

    - PRIHODA A., 1993. Le piante della salute. Melita, La Spezia

    - CASTELMAN M., 2001. The New Healting Herbs. Rodale Inc. Emmaus, PA, U.S.A.

    - SCOTT M.,1995. Scottish Wild Flowers. HarperCollins Publishers. New revised edition published in 2011 by Birlinn Limited- West Newington house, 10 Newington Road Edinburgh EH9 1QS

    - PAVIA K. V., IPPOLITO P., Erboristeria Emozionale- L’antico sapere delle antenate. Venexia, Roma. 2023

    - LAЇS K., Les vertus des simples-Secrets des plantes medicinales. Rustica Editions, Paris. 2018

    - Duman RS, Sanacora G, Krystal JH. Altered Connectivity in Depression: GABA and Glutamate Neurotransmitter Deficits and Reversal by Novel Treatments. Neuron. 2019 Apr 3;102(1):75-90


    Se pensi di essere vittima di violenza chiama gratuitamente il 1522, la Linea di aiuto sulla violenza, multilingue sempre attiva.

    Oppure, rivolgiti ai carabinieri e alla polizia.
    Se hai il dubbio di essere vittima di violenza consulta il Violentometro

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    32 分
  • Tarassaco: l’amaro della vita
    2025/05/17

    Cosa può insegnarci un fiore di tarassaco che nasce tra le crepe dell’asfalto?

    Un libro illustrato coreano dal titolo evocativo “A Dandelion is a Dandelion” apre la strada a riflessioni sul comportamento umano.

    Attraverso immagini poetiche e delicate, ci lasciamo guidare lungo i margini delle strade, tra i tombini e le crepe nei muri, dove il tarassaco vive e, a sua volta, nutre la vita, silenziosamente. La sua presenza costante ma invisibile si fa simbolo della bellezza che non si è più capaci di vedere— nelle cose, nelle persone, in noi stessi — quando la vita viene filtrata attraverso la lente opaca della normalità.

    Ma questo episodio non è (solo) una celebrazione della grandiosità delle piccole cose della vita, ma anche di uno dei gusti di cui essa si compone: l’amaro. Un aroma complesso, spesso respinto, come le cose amare della vita, ma strettamente legato alla maturità emotiva, alla crescita, alla consapevolezza.

    Scopriremo come l’amaro sia stato per secoli parte integrante della nostra cultura, della nostra dieta, della nostra evoluzione. E come oggi, in un’epoca che cerca costantemente il conforto del dolce o l’immediato appagamento del salato, l’amaro ci sembri respingente, sgradevole, povero.

    Ma ci chiederemo anche se questo stesso amaro, così come in natura se assunto ha il potere di depurarci, possa nelle esperienze più difficili - amare- se accettato renderci più veri, più presenti, più interi?

    Questa è la domanda che accompagnano il viaggio ispirato dal Tarassaco, in cui i due conduttori Deborah Durando e Valerio Boscaro, intrecciando memoria, filosofia, gusto ed emozioni, parleranno delle abitudini che ci anestetizzano, ma anche dei piccoli gesti in grado di riportarci a riconnetterci all’ambiente, al sentire. Perché riconnettersi all’ambiente significa anche riconnettersi a sé stessi.

    E così, un fiore che nasce da una crepa e un gusto dimenticato diventano porte aperte su un modo nuovo di abitare la vita, più consapevole, più curioso, più autentico.

    Un episodio da ascoltare con lentezza, magari sorseggiando qualcosa di amaro.


    Fonti

    - E' possibile scaricare la pubblicazione "Le specie botaniche del Piemonte a protezione assoluta" al sottostante link. https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/conservazione-salvaguardia/tutela-della-flora-spontanea

    - Montanari, M. (2023). Amaro: un gusto italiano. Il Saggiatore.
    - Spohn, M., Golte-Bechtle, M., & Spohn, R. (2018). Che fiore è questo? Ricca Editore.
    - Jangsung, K., & Hyun-Gyung, O. (2014). A dandelion is a dandelion. Iyagikot Publishing

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    26 分
  • Prugnolo: il margine del bosco
    2025/05/17

    In questa puntata, morbidamente, proveremo a entrare nel fitto della foresta partendo dal suo confine liminale: il margine del bosco. Un luogo che, scopriremo, non è solo una linea di demarcazione, ma un portale. Un varco fatto di spine, rovi, che non sono però strumenti di esclusione, ma forme di protezione. Una proposta di auto tutela di sé che scopriremo poter essere amorevole in quanto capace di nutrire pur tenendo lontano.

    Tra cenni di botanica, ecologia e memorie di infanzia la “magistra” di oggi, il Pruno Selvatico, ci farà riflettere su cosa voglia dire proteggere il proprio bosco interiore. Mostrando come si possa farlo senza negare il bisogno dell’altro, prendendosi cura di sé, rispettando i propri limiti, offrendo, contemporaneamente, una relazione nutriente.

    Ed è così che il pruno diventa un simbolo potente di confini fertili, dove distanza e amore possono coesistere.


    Testi

    - Badino, A., Saracco, G., & Soldano, A. (1988). Alberi e arbusti del parco. Borgosesia: Regione Piemonte.

    - Briatore, E. (2018). OGAM: Vivere il bosco percorrendo l'antica Via del Legno. Torino: Edizioni Archos.

    - Lupia, C., & Statti, G. (2024). Le erbe di San Francesco di Paola. Italia: Rubbettino Editore.

    - Rigoni Stern, M. (2020). Arboreto selvatico. Cles: Einaudi.


    Sitografia:

    Acta Plantarum. Flora e vegetazione italiana. Recuperato da https://www.actaplantarum.org/

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    24 分
  • Il Poligono del Giappone: le piante viaggiatrici
    2025/05/17

    In questa puntata scopriremo una Venezia torbida e affascinante, tra il 1350 e il 1450, quando la botanica si intrecciava con il potere e il contrabbando. Non solo spezie e tessuti, ma anche semi e piante rare solcano, nascosti, i mari verso la Serenissima, cambiando per sempre il paesaggio vegetale europeo.

    Seguendo le tracce invisibili lasciate dalle piante “viaggiatrici”, dal contrabbando verde al primo orto botanico universitario, dalle piante "aliene" al fraintendimento del termine alimurgia, approderemo tra le erbe dimenticate, sostituite, riscoprendo il senso dell’identità culturale e gastronomica.

    Ricostruiremo il concetto di pianta aliena e toccheremo quel potente sapere perduto che un tempo faceva dell’Italia un popolo di raccoglitori esperti.

    Lungo il cammino incontriamo lui: l’odiatissimo— e bellissimo— Poligono del Giappone.

    Una pianta invasiva e resistente, che ha molto da raccontare, non solo agli ecologi… ma anche ai cuochi più curiosi. Un’invasione che può trasformarsi in risorsa, una malerba che diventa piatto innovativo e sostenibile.

    Ascolta, respira e lascia che siano le piante a raccontarti da dove veniamo. E magari… cosa c’è per cena.

    Fonti

    - Nepi, C. (2016). L’erbario e l’orto botanico, un dialogo mai interrotto. In M. Clauser & P. Pavone (a cura di), Orti botanici. Eccellenze italiane. Firenze: Thema Edizioni.

    - Bissegger, M. (2018). La mia cucina con le piante selvatiche. Bellinzona: Salvioni Edizioni.

    - Clément, G. (2016). Elogio delle vagabonde. Erbe, arbusti e fiori alla conquista del mondo. Macerata: Quodlibet.

    - Montanari, M. (2023). Amaro. Un gusto italiano. Laterza.

    - Targioni Tozzetti, G. (1767). Alimurgia o sia Modo di render meno gravi le carestie. Firenze: Stamperia Granducale.

    - Acta Plantarum https://www.actaplantarum.org/

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    35 分
  • L’edera e il sostegno: aderire opposto ad avvolgere
    2025/05/17


    L’edera, chiamata Eideheann nel gaelico antico, è la pianta rampicante per eccellenza, oggi più fraintesa al mondo. Nel folklore che si accompagna al mito, l’edera ha attraversato i secoli intrecciando scienza, leggenda e magia. I suoi rami, ornati di foglie verde intenso, venivano lasciati crescere sui muri delle case come amuleti capaci di tenere lontano il male. Le sue bacche, tonde e piene, erano usate per alterare i sensi durante i rituali dionisiaci. Riconosciuta e apprezzata anche dalla medicina popolare, in cui veniva indicata per la cura di diversi disturbi.

    Oggi, considerata dai più pianta parassita, svela, all’occhio consapevole, un comportamento che si fa metafora di una diversa possibilità di vivere le relazioni, invitandoci a riflettere sui legami affettivi, sulle dinamiche familiari e sulla necessità di emanciparci da modelli innestati sul bisogno, anziché sul sostegno.

    Tra racconti personali, spunti botanici e riflessioni psicologiche, questa puntata, ispirata dall’edera, e condotto dalla scrittrice de Giardino dell’AntiEden, Deborah Durando e dall’agronomo giardiniere, Valerio Boscaro, ci guida nella possibilità di “inselvatichire la mente” per osservare la natura – e noi stessi – con uno sguardo nuovo. Perché, come insegna la magistra di oggi, l’edera, non si cresce avvolgendo, ma aderendo.

    Fonti e approfondimenti

    https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2009445117

    Different Movements of Transmission: Destructive Radioactive Transmission—Creative Radioactive:https://shs.cairn.info/journal-connexions-2016-2-page-135?lang=en

    L'après-coup de la transmission du traumatisme de la Shoah dans l'enfance- Yolanda Gampel: https://shs.cairn.info/l-enfant-a-l-epreuve-de-la-famille--9782749202457-page-27?lang=fr

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    25 分
  • Carlina e il barometro della tristezza
    2025/05/17

    Tra leggende medievali, visioni angeliche e antichi monasteri, seguiamo le tracce della Carlina Acaulis, pianta portentosa e scenografica che affonda le radici tanto nei pascoli d’alta quota quanto nel mito. Capace, secondo alcuni, di guarire Carlo Magno e il suo esercito dalla peste, scopriamo oggi che i suoi poteri vanno ben oltre il mito.

    Non solo contravveleno, ma anche barometro naturale, la Carlina ci guida con delicatezza nell’approccio con territori interiori intimi: quelli delle emozioni che non riusciamo a contattare o a comprendere, come l’apatia e la rabbia. Tra ricette contadine, poteri fitoterapici e racconti personali, ci immergiamo in un viaggio sorprendente che intreccia la botanica alla psicologia, il sapere scientifico alla cura del proprio paesaggio interiore.

    E se alcune emozioni/piante potessero insegnarci come scoprire che tempo fa… dentro di noi?

    Lasciati guidare dalla Carlina, tra piogge radioattive interiori e cieli che si schiariscono. Una puntata che profuma di petricore, coraggio e antichi saperi.


    Fonti

    - Fenaroli, L. (1998). Flora delle Alpi e degli altri monti d'Italia. Firenze: Giunti Editore.
    - Gibelli, L. (1987). Memorie di cose prima che scenda il buio. Ivrea: Priuli & Verlucca.
    - Minardi, A. (1978). Nelle erbe la salute: in herbis salus. Firenze: Ditta A. Minardi & Figli.
    - Savi-Lopez, M. (1889). Leggende delle Alpi. Torino: Loescher.

    - Triska, J. (1990). La flora d'Europa. Fratelli Melita Editori.

    Sitografia

    - Acta Plantarum https://www.actaplantarum.org

    - Dryades https://dryades.units.it

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    24 分
  • Sacrificio: la ballata libera della betulla
    2025/05/17

    Cosa significa davvero “sacrificio”? In questo episodio, Deborah Durando e Valerio Boscaro ci accompagnano in un viaggio tra simboli, miti e radici etimologiche per riscoprire il senso profondo di una parola spesso associata alla rinuncia e alla sofferenza. Dalla figura del Cristo al potere pedagogico dei racconti, dalla filosofia esistenzialista fino alla magistra del bosco – la Betulla – si apre uno spazio per immaginare una “terza via”: il sacrificio come atto di presenza consapevole, come sacrum facere, “fare in modo sacro”.

    Tra riflessioni e memorie, conosceremo la Betulla dal punto di vista botanico e fitoterapico: le sue caratteristiche ecologiche e gli usi tradizionali così intrecciati con il legame profondo che questa essenza arborea custodisce con il femminile sacro.

    Un invito a ripensare il senso del vivere attraverso il filtro della natura, dei miti dimenticati e delle scelte autentiche.

    Testi

    - Bruner, J. (1996). La cultura dell’educazione. Feltrinelli, Milano.
    - Cosentino, F. (2021). Le Dee in cerchio. Stazione Celeste Edizioni, Viterbo.
    Pignatti, S. (1982). Flora d’Italia. Edagricole, Bologna.
    Prihoda, A. (1993). Le piante della salute. Melita, La Spezia.
    Rigoni Stern, M. (1991). Arboreto selvatico. Einaudi, Torino.

    Sitografia

    - Acta Plantarum - Sito ufficiale: www.actaplantarum.org

    - Portale della Flora d'Italia: https://dryades.units.it/floritaly/

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    29 分